Quando sono venuto a conoscenza dell’imminente l’ uscita del secondo disco dei Bubu, leggendaria band argentina che aveva dato alle stampe un solo disco “Anabelas” nel 1978 per poi sciogliersi, la mia mente “progmaniaca” ha iniziato a sollazzarsi in attesa dell’album.
Il lavoro non ha assolutamente disatteso le speranze di un full lenght all’altezza dell’opera prima. Daniel Andreoli bassista/compositore, nonché deus ex machina della reunion del progetto sudamericano avvenuta nel 2016, si è contornato di baldi strumentisti, producendo così un disco di grande qualità a cui i fruitori, tediati da mediocrità musicali e poco stimolanti, si possono rivolgere senza remore.
Cinquanta minuti di sound prog-rock sinfonico contornato da energia rock e spunti jazzistici, il tutto diviso in otto tracce.
Line up: Daniel Andreoli: basso. Federico Silva: chitarre. Julian Bachmanovsky: batteria. Alvar Llusá Damiani: violino. Juan Ignacio Varela: sassofono tenore. Emilio Tomás Ariza: flauto traverso. Virginia Maqui Tenconi: tastiere e direzione del coro.
Coro: Oscar Amaya Agostina Tudisco. Ana María Battezzati. Pablo Mancuso. Emilio Tomás Ariza. Florence Stefanelli. Abigail D’Angiolillo. Paula Liffschitz. Tina Haus
Gli ospiti: Lucas Aguirre: voce. Manuel De La Cruz Zambrano: percussioni. Pablo Murgier: tastiere e Anibal Dominguez: flauto traverso. (Mauro Selis – Progressive del Nuovo Millennio)