ENTEN ELLER & Iva Bittovà “Lisistrata”CD digipack
Da sempre, costituivamente, gli Enten Eller creano musica che è specchio della realtà del mondo facendo riferimento a miti e personaggi della Greciaantica.In attività dal 1985, dopo vari cambi di organico il gruppo si è stabilizzato in quartetto con il fondatore Massimo Barbiero alla batteria, Alberto Mandarini alla tromba, Maurizio Brunod alla chitarra elettrica e Giovanni Maier al contrabbasso, più eventuali ospiti illustri; qui, il contrabbasista Danilo Gallo che raddoppia Maier e la violinista e vocalista (“cantante” è riduttivo) Iva Bittovà. In un infausta epoca dove sono in atto tragiche guerre e genocidi, gli Enten Eller hanno scelto di costruire la loro musica attorno alla figura di Lisistrata,che portò la pace nel peloponneso convincendo le donne di tutta l’Ellade ad attuare un vincente “sciopero del sesso”.
Gli otto capitoli della suite,registrata dal vivo all’Open Jazz Festival di Ivrea, non sono esplicitamente riferiti a precisi episodi della commedia, che è presa solo come spunto tematico,e producono un clima generale di desolato e cupo sentimento, dove assoli in piena libertà sono costretti dentro uno schema narrativo articolato. Questa struttura presenta le improvvisazioni in alternanza a parti composte o semplicemente “arrangiate”, zone piene contrapposte ad altre più diradate, (dal sestetto al duo e all’esibizione in solitaria) ; tutti i musicisti sono in bella mostra con interventi inventivi e moderni, mantenendo linearità melodica senza mai cadere nel rumorismo , se non per qualche stridente ma significativo urlo della Bittovà. (Audio Review)
Enten Eller have always created music that mirrors the reality of the world, referring to myths and characters from ancient Greece. Active since 1985, after various changes in the group, the group settled into a quartet with founder Massimo Barbiero on drums, Alberto Mandarini on trumpet, Maurizio Brunod on electric guitar and Giovanni Maier on double bass, plus any illustrious guests; here, double bass player Danilo Gallo who doubles Maier and violinist and vocalist (“singer” is an understatement) Iva Bittovà. In an unfortunate era where tragic wars and genocides are taking place, Enten Eller have chosen to build their music around the figure of Lysistrata, who brought peace to the Peloponnese by convincing women throughout Hellas to carry out a decisive “sex strike”. The eight chapters of the suite,recorded live at the Open Jazz Festival in Ivrea, are not explicitly referred to specific episodes of the comedy, which is taken only as a thematic cue, and produce a general climate of desolate and dark feeling, where solos in full freedom are forced into an articulated narrative scheme. This structure presents improvisations alternating with composed or simply “arranged” parts, full areas contrasted with other more sparse ones, (from the sextet to the duo and the solo performance); all the musicians are on display with inventive and modern interventions, maintaining melodic linearity without ever falling into noise,except for some strident but significant screams from Bittovà. (Audio Review)
Enten Eller & Iva Bittová
(special project Lisistrata)
Alberto Mandarini tromba
Maurizio Brunod chitarra
Giovanni Maier contrabbasso
Danilo Gallo contrabbasso
Massimo Barbiero batteria
Special guest: Iva Bittovà violino e voce
Nella cabala greca il 3 rappresenta il Tutto e il 7 è sinonimo di saggezza e conoscenza. Sommando i due si ottiene 10 e si entra nella sfera della perfezione e dell’armonia universale. Enten Eller, organismo mutante, compie 37 anni di attività (3, 7; 3+7). Questo concerto live, registrato al Cortile Museo Garda di Ivrea in occasione della 44esima edizione dell’Open Papyrus Jazz Festival, ne celebra la grandezza e la anti-ortodossia nello spettro del jazz internazionale e, in linea più generale, nel perimetro culturale italiano. Scrivevo nel 2018, nel libro “Il suono ruvido dell’innocenza”, che l’ascolto non parte da un dove ma da un come e che la prospettiva, la musica come creazione di un Mondo Altro, non si dà un tempo perché abita lo spazio.
In “Lisistrata”, gli Enten Eller si avvicinano a quel Tutto perché muovono la musica secondo le dimensioni dell’Estasi. Quella di cui scriveva Alexander Scriabin agli inizi del Novecento: «Un oceano di amore cosmico racchiude il mondo, e nelle onde inebrianti di quest’oceano di beatitudine si percepisce l’avvicinarsi dell’atto finale». Che qui ha la voce di Iva Bittovà: violinista, performance, compositrice e cantante ceca che interviene con quella “passione infinita per la musica, le voci, la scoperta, le persone e la vita” che rendono questa incisione unica e irripetibile. Il suo violino, che lei stessa considera uno specchio che riflette i suoi sogni e la sua immaginazione, è il compagno ideale di questa voce sciamanica che inquisisce il mondo: spezzata, urlata e rapace ma anche divertita, sarcastica e spregiudicata. Un po’ Cathy Berberian, e un po’ Demetrio Stratos, per evocare con puntualità rabbrividente i contenuti filosofici di un concerto mosso dai fantasmi della società contemporanea: guerra, macerie, rabbia, illusioni. E contrastarli con la speranza e la lotta: quella di Lisistrata, seconda donna in scena (solo virtualmente), che appartiene alla mitologia greca ed è la protagonista della omonima commedia aristofanea presentata nel 411 a.C.. Nella quale si racconta di un “mondo alla rovescia” dove chi comanda, solitamente, è sottomesso (le donne). E la pace si raggiunge con un insistente “sciopero del sesso”: unico strumento per convincere gli uomini a non partire per la guerra.
E’ la narrazione di una musica che non è più e solo jazz, ma sintesi di una creatività artistica che si libera dal controllo della tecnica strumentale, ampiamente interiorizzata, per dare forma ad un’ascesa dal flusso mistico. Con due contrabbassi in formazione (Giovanni Maier e Danilo Gallo), e il graduale allontanamento dalla musica come modello di un’espressività esclusivamente sonora, Enten Eller affronta le ripide salite di quella presa di coscienza spirituale che fu di John Coltrane e Sun Ra. Lo fa con una scelta strutturale di “conduzione delle parti” che necessita, nello stesso tempo, la quadratura dell’organizzazione e la sua immediata cancellazione. Sono anime che si incontrano in un lavoro complesso dove l’avanguardia del jazz strizza l’occhio all’avanguardia colta attraverso un ampio uso, e conseguente accorpamento, di temi e citazioni, melodie e loro brandelli (da Pragma, Denique Caelum, Torquemada, Per Emanuela), incursioni e ritirate strategiche, associazioni e dissociazioni. Spazi vuoti e pieni. Soprattutto, dialogo tra chi improvvisa e chi – quelle improvvisazioni – le commenta con inserti di fondo (background) che non pervadono l’artista, ma lo aiutano ad evadere.
Davide Ielmini